Attorno al Museo - Eventi e spettacoli al Museo per la memoria di Ustica
Musiche e testi a cura degli studenti dei Dipartimenti di Composizione e Jazz
Quel giorno il tempo si è fermato, non nell’attimo dell’impatto… qualche frazione di secondo prima… Le vite di tanta gente si sono fermate in un tempo sospeso, fisso nella definizione dell’istante, come in una foto affidata alle vecchie Polaroid di un tempo, non così lontano. Del dopo si è parlato tanto, cercando di comprendere, si parlerà ancora a lungo nel tentativo di trovare una ragione che non restituirà alla vita quegli istanti immobili che solo l’energia dei ricordi potrà far rivivere. Sarà la nostra musica a dare nuovamente luce ad immagini di vita, sensazioni, aspettative, e i volti si animeranno nuovamente, e ci racconteranno le mete che non hanno potuto raggiungere.
Testi di Saverio Cigarini
Our spanish love song
(C. Haden – P. Metheny)
Caterina
Guerra, voce
Giovanni Volinia, chitarra
Moreno Di Matteo, basso
Foglie
(Saverio Cigarini)
Jun Chen Li, tenore
Luca
Pagnotta, pianoforte
Never let me go
(R. Evans - J.
Lingston)
Caterina Guerra, voce
Giovanni Volinia, chitarra
Moreno Di Matteo, basso
Sento
il corpo più lieve mentre aspetto l’impatto. La camicia nuova si è macchiata
di sangue e mi fa terribilmente male una gamba, quella sinistra. A Bologna ho
dimenticato il regalo per mio padre: in questo momento starà aspettando
sconsolato nell’oscurità del suo pacchetto, appoggiato sul tavolino di fianco
alla porta d’ingresso o, forse, sul letto. È un libro. Non ricordo il titolo,
ma so che a mio padre piace leggere. Non avevo idee. La leggerezza che ora
affligge involontariamente tutti i miei organi e i miei sensi non mi permette
di ripescare un’informazione così superflua. Che poi niente è superfluo se ha
avuto la fortuna – per modo di dire – di esistere. Neanche io sono superfluo in
fondo, ma pensare a questo non fa che provocare in me un’immensa tristezza. Il
primo impatto, genitore di quello definitivo che sto aspettando in questi
istanti, mi ha preventivamente cancellato e liberato da ogni necessità
ontologica. Sono in mutamento, una crisalide gonfia di vita che emetterà dal
suo squarcio, a tempo debito, un boato tanto silenzioso quanto sofferente. E
questa sofferenza alimenterà i giorni di mia madre, mio padre, i miei amici,
con la stessa naturale indifferenza di un fiume che urta le pale di un mulino.
Non si può più parlare di giustizia e ingiustizia quando attendi un impatto
come questo: aspetti e basta. E sinceramente non me ne frega più niente, ormai
sento solo il vento che mi scroscia sulle guance.
Sì, ho dimenticato il regalo di mio padre sul letto.
Così passa l’età
per voce e pianoforte
(Roberta
Ciancio)
Donatella Tocci, soprano
Roberta Ciancio, pianoforte
They can’t take that away from
me
(G. Gershwin)
Caterina Guerra, voce
Giovanni
Volinia, chitarra
Moreno Di Matteo, basso
Bianca
per voce e chitarra
(Ferdinando Termini)
Hyeonji
Jeon, soprano
Tommaso Filosa, chitarra
Stiamo
viaggiando da più di mezz’ora sul mare di nuvole, cosa al contempo
sorprendente e sorprendentemente banale. E pensare che anche gli aerei da
guerra possono godere di questa stessa visuale, mentre portano la distruzione
dove le gambe e le ruote non possono giungere. Una strana convivenza di sublime
e abisso. D’altro canto sono proprio le contraddizioni a dare senso agli
eventi: a nessuno interessa un andamento perfettamente lineare. Tra poco saremo
arrivati e potrò tornare al mio paese, dove quasi sicuramente nulla è
cambiato. Troverò forse i mattoni leggermente più sgretolati, sferzati dal
sole. Il ritmo di sgretolamento delle cose è assolutamente imprevedibile. Uno
può vivere quarant’anni senza subire alcunché e improvvisamente ritrovarsi privato
di una parte importantissima di sé. Solo quei muri di mattoni sembrano immuni
da questa condanna – o benedizione – stocastica. E infatti nessuno parlerà o
si interesserà mai a loro. Spesso mi sono sentita come le bianche forme del
mio paese: un’immobile entità regolarmente scalfita da una luce lontanissima.
Il pilota in guerra vede ciò che vedo io ora. Mi chiedo che forma, che colore
abbia il tasto per lanciare le bombe cariche sui velivoli. Il pilota detiene
l’immenso potere di togliere agli altri le loro parti importanti. Mano destra
del caos.
Chissà se le piante che ho messo in vaso l’ultima
volta sono ancora vive.
Lush life
(B.
Strayhorn)
Caterina Guerra, voce
Giovanni Volinia, chitarra
Moreno Di Matteo, basso
Not the end of history
(Andrea Camorani)
Alex Della Pasqua, pianoforte
Where do you start
(Bergman - Mandel)
Caterina Guerra, voce
Giovanni Volinia, chitarra
Moreno Di Matteo, basso
Il
quarto bottone della mia camicia si sta scucendo. Siamo in ritardo. Guardo le
file dei passeggeri, regolarmente disposti lungo gran parte della fusoliera.
Regolarmente annoiati. La luce insipida illumina le loro facce stropicciate dal
viaggio. Sorrido. Mi ero detta che non mi sarei mai fermata e, infatti, eccomi
a migliaia di metri da terra, cittadina del groviglio direzionale degli
spostamenti umani. Io in questa matassa mi sento viva, distesa su un tessuto di
linee ora parallele, ora incidenti, curve o rette, ma sempre perfettamente
affusolate attorno alle nostre pianificazioni. Non vi è tensione in un corpo
adagiato comodamente al suolo. Ogni evento puntuale genera una diramazione nello spazio delle nostre vite.
Tutte queste persone ramificheranno la successione degli eventi e, in qualche
modo, adesso faccio parte anche io di questo albero. Non credo nella
coincidenza. Credo invece nella germogliazione continua. E proprio questa
evasività del disegno mi nutre, qui, a migliaia di metri da terra. Poter
orientarmi soltanto
Scegliendo un punto preciso e da quello
muovermi liberamente, seguendo le curve, gli incroci, fino a una terminazione
la cui distanza nel tempo è, come il disegno stesso, inafferrabile. Siamo in
ritardo.
Il quarto bottone della mia camicia
si sta scucendo. Devo farlo riparare.
Dream a little dream of me
(Andre - Schwandt)
Caterina Guerra, voce
Giovanni Volinia, chitarra
Moreno Di Matteo, basso
Sponde
(Saverio Cigarini)
Hyeonji Jeon, soprano
Saverio
Cigarini, pianoforte
Senza fine
(Gino Paoli)
Caterina Guerra, voce
Giovanni Volinia, chitarra
Moreno Di Matteo, basso
Il
mio figlio più piccolo ha già sei anni. Non volevo prendere l’aereo. Lui
però non sembra avere paura. Legge le scritte informative con una strana
curiosità e, ogni tanto, giocherella con le forme plastiche dei sedili. Mi
sono dimenticato di prendergli qualcosa per passare il tempo. In questo momento
servirebbe anche a me qualcosa per passarlo, il tempo. Saltare direttamente
all’atterraggio, senza questa ansiogena e noiosa attesa. Tenere soltanto i
fatti rilevanti scartando tutto il resto, il superfluo, quella zona grigia dove
le emozioni fermentano in modo incomprensibile senza che sia chiaro a cosa
porterà la loro maturazione. Se non mi fossi separato da mia moglie ci sarebbe
anche lei, qui, ora. Forse anche questo dannato viaggio si salverebbe. Forse
sarebbe peggio, non lo so, adesso riesco solo a pensare all’arrivo.
Il mio figlio più grande ha già otto anni. Domani compriamo un pallone, di
quelli che vanno anche in acqua.
Ecco gli elmi dei vinti
(Emanuele
Labò)
Noa
Draghetti, pianoforte
Jiangyi
Lin, soprano
Vedrai vedrai
(Luigi Tenco)
Caterina Guerra, voce
Giovanni Volinia, chitarra
Moreno
Di Matteo, basso
Melodia per voce e pianoforte
(Alessandro Vecchi)
Hyeonji Jeon, soprano
Tommaso Ravaioli, pianoforte
Il
volo è una sfida alla realtà dei fatti. Una manipolazione che la natura ha
compiuto su se stessa, piegando ciò che sembrava ormai inevitabilmente rigido.
Sono qui, solo, separato dal vuoto da uno strato - in fin dei conti
sottilissimo - di metallo. Le forze si bilanciano, si annullano, prosperando e
spingendomi in un’ascesa che sa quasi di blasfemia ai miei occhi. Eppure se
tutto ciò è stato concesso è solo perché è giusto che sia così. Questo
rito ormai frequentissimo sminuzza il cielo in brandelli liquidi che
continuamente si rimescolano, colmando il silenzio della terra con un possente
rombo di movimento. E noi, da giù, non possiamo che provare un senso di
stupore inquieto ogni volta che questo rumore ci sovrasta mentre curiamo le
nostre faccende. Adesso tocca a me solcare questo mare d’altitudine, e il mio
suono giungerà alle orecchie di centinaia di madri, di bambini, di operai,
collegando per una frazione di secondo i loro pensieri verso questo sfacciato
gesto di sfida. Devo ricordarmi di spedire una cartolina a mia madre.
Promenade
(Livia Malossi Bottignole)
Livia
Malossi Bottignole, pianoforte
Ovunque proteggi
(Vinicio Capossela)
Caterina Guerra, voce
Giovanni Volinia, chitarra
Moreno Di Matteo, basso
The voice Within
per sax e pianoforte
(Luca
Ricci)
Lorenzo Briganti, Sax
Tommaso Ravaioli, pianoforte
Il
viaggio procede bene. L’aero-veicolo viene da un controllo di revisione
Alitalia e, infatti, di intoppi non ce ne sono stati fin’ora. Al mio fianco il
copilota. Il concerto di suoni della cabina di pilotaggio, una tessitura di
lievi ronzii, suoni elettrici e di controllo, mi accompagna ormai da molti
anni. Ne sono direttore. E tutto questo viaggio non è molto diverso da una
sinfonia eseguita in teatro: un gruppo più o meno numeroso di persone condotto
verso una meta al contempo comune ed estremamente variegata. Guide e seguaci,
capitani, schiavi, primi violini. Probabilmente mai accadrà che tutti noi
avanziamo perfettamente affiancati l’uno all’altro. La diversificazione porta
in sé un elemento gerarchico che solo l’essere umano ha tentato – senza
successo - di superare. E più si va verso il vertice, più risulta difficile
capire le motivazioni dei suoi abitanti. Questa ignoranza ci fa sentire sicuri,
me compreso. Trasportati inerzialmente come foglie da un corso d’acqua. Ma non
credo sia giusto così. La pigrizia in natura non paga. Non posso permettermi
di essere un fantoccio. Dicono che sono pignolo, ma voglio solo fare bene il
mio lavoro.
Spero di riuscire a dormire bene, stanotte.
What a wonderful world
(Thiele - Weiss)
Caterina Guerra, voce
Giovanni Volinia, chitarra
Moreno Di Matteo, basso
Dettagli dell'evento
Museo per la Memoria di Ustica - esterno
Parco della Zucca – Via di Saliceto 3/22, Bologna
Ore 21:15
Ingresso gratuito
Nessuna prenotazione